FEMMINICIDIO

venerdì 27 gennaio 2012

Rassegna stampa sulla visita ufficiale in Italia di Rashida Manjoo, Relatrice Speciale dell'ONU contro la violenza sulle donne

L'ONU all'Italia: niente tagli anti-crisi sulla pelle delle donne

di Luisa Betti
Il Manifesto, 27.01.2012

La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza di genere in missione a Roma per esaminare l'inquietante "caso Italia". La questione della violenza domestica e le raccomandazioni al governo.

Le donne italiane fanno sentire la loro voce: a Roma, Milano, Bologna, Napoli, Catania. Non ce la fanno più a vedersi rappresentate come pin-up col culo per aria, a lavorare di più e guadagnare meno, a sottostare alle prepotenze maschili in casa e fuori casa, a essere considerate delle bambole di carne senza cervello; e hanno dichiarato guerra a chi le discrimina, le violenta, le uccide.

Ieri è stata una giornata intensa per queste donne: perché mentre in diverse città si preparavano fiaccolate in ricordo di Stefania Noce, uccisa dall’ex fidanzato a coltellate il 26 dicembre scorso, e di tutte le donne uccise in questi mesi, Rachida Manjoo, esperta indipendente incaricata dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per il monitoraggio della violenza contro le donne nel mondo, concludeva la sua visita ufficiale nel nostro paese dando ai giornalisti/e presenti ieri alla Sioi (Società italiana per l'organizzazione internazionale di Roma), un'anteprima del rapporto che presenterà a giugno alla 20a sessione del Consiglio dei Diritti Umani.

Un rapporto che arriva dopo il grande e intenso lavoro della Piattaforma “Lavori in corsa – 30 anni CEDAW”, (Actionaid, Arci, Pangea, Differenza donna, Be Free, Casa internazionale delle donne, Fratelli dell'uomo, Giuristi democratici e Le9) che a luglio ha presentato alle Nazioni Unite a New York il suo “Rapporto ombra” sulla situazione delle donne italiane. Una settimana fa la Piattaforma ha presentato il Rapporto ombra anche a Montecitorio, grazie all’on. Rosa Calipari, portando a Roma Violeta Neubauer, rappresentante Cedaw (Comitato Onu che vigila sull’applicazione della Convenzione internazionale per l’eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne), che ha bacchettato a dovere le istituzioni italiane per la loro inadempienza e il forte ritardo nel rispetto della Convenzione Internazionale ratificata dall’Italia 27 anni fa.

Un lavoro, quello della Piattaforma, fatto da donne italiane che si sono indebitate per far conoscere la nostra situazione e che per la visita di Rashida Manjoo si sono mobilitate, insieme a tutte le associazioni, per far vedere alla relatrice dell’Onu la nostra realtà.

La cosa importante infatti non sono tanto i dati, che più o meno conoscevamo, riguardo la violenza, quanto la portata dell’evento: è la prima volta che una inviata speciale dell’Onu sulla violenza di genere si è dedicata alla situazione italiana, esaminandone gli aspetti più inquietanti e dialogando con le istituzioni, per portare poi il caso al Congresso sui diritti umani di giugno.

Rashida Manjoo si è soffermata su diversi punti, primo tra tutti la violenza domestica che si rivela come “la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne italiane”, cioè la più diffusa e la più capillare, presente tra il 70 e l’87% dei casi (i dati non sono mai precisi perché i dati ufficiali, quando ci sono, non coincidono quasi mai con quelli delle associazioni che lavorano sul territorio), in cui le donne “non denunciano e non segnalano” sia perché sono all’interno di un “contesto culturale patriarcale incentrato sulla famiglia” con forte dipendenza economica della donna, sia perché la percezione riguardo alle istituzioni non è quella di uno Stato che protegge le donne, ma al contrario le espone in “un quadro giuridico frammentario con inadeguatezza delle indagini, delle sanzioni e del risarcimento alle vittime, fattori che contribuiscono al muro di silenzio e di invisibilità che circonda questo tema”.

“Sulla violenza domestica – continua Manjoo – è doverosa una sensibilizzazione forte perché questa violenza non viene ancora percepita come un reato e un danno, e viene troppe volte considerata normale all’interno della famiglia. Una cosa che avviene sia nei nuclei italiani che tra le minoranze presenti nel paese e in entrambi i casi le donne non si sentono tutelate né all’interno delle mura domestiche né dallo Stato, in un contesto culturale in cui spesso non si rendono conto di quello che succede perché non ne hanno piena consapevolezza”. Una violenza che anche agli occhi della relatrice dell’Onu non è slegata dal resto perché, afferma, “se nella società e nei media la donna viene rappresentata in maniera riduttiva e viene considerata esclusivamente come oggetto sessuale e come madre, si crea un terreno fertile per discriminazione e violenza di genere”.

Ma cosa fa il nostro governo rispetto a un quadro così chiaro? Rashida Manjoo, durante la conferenza stampa, è rimasta sorpresa di alcuni fatti: il primo, di non aver incontrato donne provenienti dal Nord Africa nei Cie: “Che fine hanno fatto tutte le donne che sono sbarcate in Italia? Alcune le ho incontrate ai centri antiviolenza, altre in carcere, e il resto?”; secondo, di aver appreso che da noi c’è una nuova legge, passata alla Camera ma ancora in sospeso, per cui i bambini possono stare in carcere con le mamme non più fino ai tre ma fino ai sei anni: “Non mi sembra una buona idea, i bambini devono vivere in una casa e andare a scuola, perché non si applicano pene alternative come la detenzione domiciliare?”. Perplessità legittime in un paese civile. Ma l’Italia è civile? Perché in un paese in cui viene ormai uccisa una donna ogni due giorni per motivi di genere (cioè in quanto donna) e per la maggior parte per mano di un partner o di un ex, non c’è un piano efficace di sostegno ai centri antiviolenza, dato che la maggior parte di questi femmicidi si consuma in famiglia ed è preceduta da ripetuti episodi di violenza domestica?

“Nei centri antiviolenza che ho visitato – chiarisce la relatrice speciale dell’Onu - c’è tutto quello che occorre a una donna che subisce violenza: sostegno psicologico, assistenza legale specializzata, accudimento delle donne e dei bambini che sono presenti. Ma il problema è che queste associazioni non sono finanziate in maniera costante soprattutto dagli enti locali e molto lavoro viene fatto a livello volontario. Una situazione che io stessa ho sottolineato al governo italiano perché se la forte competenza di questi centri non viene sostenuta economicamente, tutto il patrimonio di questo lavoro che si è accumulato negli anni rischia di andare perso”.

La piattaforma, insieme all’Associazione nazionale Dire (Donne in rete contro la violenza) ha promosso oggi, a ridosso dela conferenza, un messaggio in cui si chiede alle istituzioni, oltre alla ratifica della Convenzione Europea per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne di Istanbul (vergognoso che l’Italia non l’abbia ancora almeno firmata) e all’applicazione reale della Convenzione internazionale per l'eliminazione delle discriminazione nei confronti delle donne, anche il varo di “una legge che definisca la violenza di genere in tutte le sue forme prendendo atto delle raccomandazioni Cedaw al governo italiano” e “un impegno particolare nell’applicazione della Convenzione internazionale, che coinvolga gli enti locali che dovranno mantenere un costante sostegno economico ai centri antiviolenza italiani”.

Il messaggio al governo italiano sulla “questione femminile” è stato quindi, in questi giorni, chiaro e netto da più parti, e nel caso ci fosse qualche dubbio la stessa relatrice speciale ha precisato che “l’attuale situazione politica ed economica dell'Italia non può essere utilizzata come giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni della violenza su donne e bambine in questo Paese. Le sfide sono ancora tante, e tra queste la piena ed effettiva partecipazione delle donne al lavoro e alla sfera politica”.





giovedì 26 gennaio 2012

La conferenza stampa conclusiva della visita ufficiale della Relatrice speciale ONU contro la violenza sulle donne in Italia

(ANSA)

La violenza sulle donne "resta un problema in Italia": l'accusa giunge oggi dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo, al termine di una missione conoscitiva, la prima di questo tipo in Italia.
L'inviata dell'Onu ha puntato il dito sulla violenza e la situazione carceraria, e ha esortato a non utilizzare la crisi economica del Paese come alibi per il calo di risorse a attenzione su questo grande problema.
"Con dati statistici che vanno dal 70% all'87% - ha detto - la violenza domestica risulta essere la forma di violenza piu' pervasiva che continua a colpire le donne in tutto il Paese". Le vittime di omicidio da parte di partner o ex partner, ha detto, sono passate da 101 nel 2006 a 127 nel 2010, e gran parte delle violenze non viene denunciato, a causa del "contesto patriarcale e incentrato sulla famiglia" in cui la donna vive ancora in Italia. La violenza domestica, inoltre, non viene sempre percepita come reato. Per di piu', "un quadro giuridico frammentario e l'inadeguatezza delle indagini, delle sanzioni e del risarcimento alle vittime sono fattori che contribuiscono al muro di silenzio e di invisibilita' che circonda questo tema".
Quanto ai penitenziari, la relatrice dell'Onu ha riferito di essere stata informata sulle difficolta' di accesso allo studio e al lavoro, "riconducibili alla mancanza di risorse e alle pratiche discriminatorie da parte del personale delle strutture carcerarie" e della "disparita' di trattamento da parte di alcuni giudici di sorveglianza nel riesame delle sentenze per la scarcerazione anticipata delle detenute che soddisfano i requisiti per le misure alternative al carcere".
Inoltre, "i problemi che affrontano le detenute con figli minori all'interno e fuori dal carcere dovrebbero essere presi in esame e, ove possibile, occorre valutare eventuali pene alternative". Manjoo si e' detta contraria alla possibilita' di far restare con le mamme in carcere i figli fino a 6 anni (ora e' fino a tre): "so che se ne sta discutendo in Italia ma non e' una buona idea, invito a riflettere bene su questo punto".
Manjoo ha applaudito alle azioni intraprese di recente come la legge sullo stalking, i piani d'azione nazionali sulla violenza contro le donne e il Piano nazionale per l'inclusione delle donne nel mercato del lavoro. Tuttavia, ha aggiunto, "le sfide sono ancora tante" e tra queste "la piena ed effettiva partecipazione delle donne al lavoro e alla sfera politica".
"Il quadro politico e giuridico frammentario e la limitatezza delle risorse finanziarie per contrastare la violenza sulle donne, infatti - ha detto - ostacolano un'efficace ottemperanza dell'Italia ai suoi obblighi internazionali".
"L'attuale situazione politica ed economica dell'Italia non puo' essere utilizzata come giustificazione per la diminuzione di attenzione e risorse dedicate alla lotta contro tutte le manifestazioni della violenza su donne e bambine in questo Paese" ha concluso, invitando "tutte le parti coinvolte ad assumersi la responsabilita' di promuovere i diritti umani per tutti e a far si' che la violenza contro le donne rimanga tra le priorita' dell'agenda nazionale". (ANSA).

domenica 15 gennaio 2012

Oggi ha inizio la visita ufficiale della Relatrice ONU contro la violenza sulle donne in Italia

 Nel 2010 Giuristi Democratici, la rete nazionale dei centri antiviolenza DI.RE e la Piattaforma "30 anni di CEDAW: lavori in corsa" hanno invitato in Italia per una serie di conferenze la Relatrice Speciale ONU contro la violenza maschile sulle donne RASHIDA MANJOO.

Da domani, RASHIDA MANJOO inizierà la sua visita ufficiale in Italia, dove toccherà le città di Roma, Milano, Bologna, Napoli.

Qui di seguito il comunicato di stampa ufficiale e, tratto dal sito ONU, il significato che assume la sua visita ufficiale.

Violence against women / Italy: UN expert announces first fact-finding mission to the country

GENEVA / ROME – United Nations Special Rapporteur Rashida Manjoo will visit Italy from 15 to 26 January 2012 to gather information on the issue of violence against women in the country. This will be the first visit to Italy by an independent expert charged by the UN Human Rights Council to monitor violence against women, its causes and consequences.

“Violence against women remains a grave and persistent problem in the world today,” said Ms. Manjoo, who is visiting the country at the invitation of the Government. “This mission provides me with a unique opportunity to discuss and report on the impact of policies and programmes adopted by Italy to fight the problem.”

The Special Rapporteur’s mandate on violence against women, its causes and consequences includes violence in the family, violence within the community, violence perpetrated or condoned by the State, and violence in the transnational sphere, including violence against refugee, asylum seeking and migrant women.

The Special Rapporteur will travel to Rome, Milan, Bologna and Naples where she will hold discussions with government authorities and representatives of civil society. Among her areas of focus will be issues relating to violence against migrant women including Roma and Sinti women. The Special Rapporteur will also visit shelters and detention centers, and will meet with individual victims of gender-based violence.

A press conference on the initial findings of the visit will be held at the Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) in Rome on Thursday 26 January 2012 at 13:00pm.

Based on the information obtained during the visit, Ms. Manjoo will present a report with her final findings and recommendations to the 20th session of the Human Rights Council in June 2012.

Ms. Rashida Manjoo (South Africa) was appointed Special Rapporteur on Violence against women, its causes and consequences in June 2009 by the UN Human Rights Council, for an initial period of three year. As Special Rapporteur, she is independent from any government or organization and serves in her individual capacity. Ms. Manjoo is also a Professor at the Department of Public Law at the University of Cape Town.

For additional information on the mandate of the Special Rapporteur, please visit:
Check the UN Declaration on the Elimination of Violence against Women:

OHCHR Country Page – Italy

For press inquiries please contact Fabio Graziosi (Tel: +32 (0)2 788 8469 / email: graziosi@unric.org), Selma Vadala (Tel: +41 (0)79-444-4332 / email: svadala@ohchr.org)

For media inquiries related to other UN independent experts:
Xabier Celaya, UN Human Rights Media Unit (+ 41 22 917 9383 / xcelaya@ohchr.org)

UN Human Rights, follow us on social media:


Mandate holders carry out country visits to investigate the situation of human rights at the national level. Mandate holders typically send a letter to the Government requesting to visit the country, and, if the Government agrees, an invitation to visit is extended. Some countries have issued "standing invitations", which means that they are, in principle, prepared to receive a visit from any special procedures mandate holder.


During such missions, the experts assess the general human rights situation in a given country, as well as the specific institutional, legal, judicial, administrative and de facto situation under their respective mandates. During the country visit the experts will meet with national and local authorities, including members of the judiciary and parliamentarians; members of the national human rights institution, if applicable; non-governmental organizations, civil society organizations and victims of human rights violations; the UN and other inter-governmental agencies; and the press when giving a press-conference at the end of the mission. After their visits, special procedures' mandate-holders submit a mission report to the Human Rights Council including their findings and recommendations.

Mandate holders at times also visit various International Organizations that have cross-cutting themes with the mandates. For example, official visits were made to the World Bank, FAO, World Trade Organization, World Health Organization etc. and reports on recommendations arising from the visits have been issued.

Terms of Reference for Fact-finding missions by Special Procedures

The terms of reference for country visits were adopted at the fourth annual meeting of the special rapporteurs (E/CN.4/1998/45) and are intended to guide Governments in the conduct of the visit. During fact-finding missions, special procedures of the Human Rights Council, as well as of United Nations staff accompanying them, should be given the following guarantees and facilities by the Government that invited them to visit its country:
(a) Freedom of movement in the whole country, including facilitation of transport, in particular to restricted areas;
(b) Freedom of inquiry, in particular as regards:
(i) Access to all prisons, detention centres and places of interrogation;
(ii) Contacts with central and local authorities of all branches of government;
(iii) Contacts with representatives of non-governmental organizations, other private institutions and the media;
(iv) Confidential and unsupervised contact with witnesses and other private persons, including persons deprived of their liberty, considered necessary to fulfil the mandate of the special rapporteur; and
(v) Full access to all documentary material relevant to the mandate;
(c) Assurance by the Government that persons, whether officials or private individuals, who have been in contact with the special rapporteur/representative in relation to the mandate, will not, as a result, suffer threats, harassment or punishment or be subjected to judicial proceedings;
(d) Appropriate security arrangements without, however, restricting the freedom of movement and inquiry referred to above;
(e) Extension of the same guarantees and facilities mentioned above to the appropriate United Nations staff who will assist the special rapporteur before, during and after the visit.






sabato 14 gennaio 2012

Presentazione del Rapporto Ombra e delle Raccomandazioni CEDAW in Parlamento

La piattaforma "Lavori in corsa: 30 anni CEDAW"
è lieta di invitarvi alla
presentazione del Rapporto Ombra e delle Raccomandazioni CEDAW 2011
Convenzione per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne

Martedì 17 gennaio 2012, dalle ore 10.00 alle ore 12.00
ROMA, Camera dei Deputati - Sala Mappamondo
Entrata di Piazza Montecitorio 1

Verrà presentata e distribuita la sintesi divulgativa del Rapporto Ombra elaborato dalla Piattaforma "Lavori in corsa: 30 anni CEDAW" e delle Raccomandazioni che il Comitato CEDAW ha rivolto all'Italia in occasione della 49° sessione di valutazione tenutasi lo scorso Luglio 2011 presso le Nazioni Unite a New York

PROGRAMMA:

Modera
Tiziana Ferrario, Giornalista Rai

Presentazione del rapporto ombra e delle raccomandazioni CEDAW
Dott.ssa Simona Lanzoni - Fondazione Pangea onlus
Avv.ta Barbara Spinelli - Giuristi democratici
Dott.ssa Rossana Scaricabarozzi - ActionAid-Italia
Avv.ta Concetta Carrano - D.I.R.E. - Donne In Rete contro la violenza

Intervengono
Violeta Neubauer - Membro Comitato ONU CEDAW
On. Rosa Maria Villecco Calipari
On. Barbara Saltamartini
On. Savino Pezzotta
On. Anita Di Giuseppe
On. Benedetto Della Vedova
Conclude
Dott.ssa Alessandra Servidori Consigliera Nazionale di Parità

Per partecipare all’iniziativa è necessario registrarsi, entro e non oltre il 16 Gennaio, presso la segreteria dell’on.

Rosa Villecco Calipari - tel. 06 6760 9343 - mail: villecco_r@camera.it, o all’email: 30YEARSCEDAW@gmail.com

Per accedere nelle sale della Camera dei deputati gli uomini sono tenuti ad indossare giacca e cravatta.

Per info: http://lavorincorsa30annicedaw.blogspot.com



martedì 10 gennaio 2012

A Bologna si parla di femminicidio simbolico



sabato 14 gennaio

ore 14,30
Sala dello Zodiaco Via Zamboni 13
Bologna



Gabbia di sguardi.
Stereotipi di genere nella comunicazione

Ne parliamo con:


Barbara Spinelli
Avvocata redattrice del Rapporto Ombra CEDAW

Elisa Coco
Comunicattive

Mariangela De Gregorio, Anna Bestetti, Giulia Turrini
Frequenze di Genere

Barbara Servidori, Stefania Prestopino
Associazione Hamelin – collettivo Le Vocianti

Ico Gasparri
Artista Sociale, Fotografo

Ilaria Caprioglio
Avvocata e scrittrice, ex-modella

coordina Valèrie Donati,
collettivo Le Vocianti


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